Consigli e curiosità di giardinaggio per i nostri giardini verdi e piante da appartamento ottenuti con l’esperienza di giardinieri dal pollice verde.
Riproduzione Epiphyllum
Epiphyllum è una cactacea che d’estate va protetta dal sole. Volete riprodurla? Fate così. Subito dopo la fioritura staccate un segmento di due foglie ben verdi e sane. Immergete la base del segmento in un composto d’ormoni per facilitare il radicamento, quindi interrate mezza foglia in un vaso con terra sabbiosa. Innaffiate e mettete all’ombra. Anche d’inverno le radici non vanno lasciate seccare.
Aglio, paladino della rosa
L’aglio, piantato accanto alle radici di un rosaio, tiene lontani gli afidi per tutto il tempo che la piccola pianta aromatica sarà sul posto. Per evitare il tipico, forte odore dell’aglio, basta non lasciarlo andare in fiore: appena si forma, togliete il boccio. Altro sistema per chi non tollera l’aglio: pianti prezzemolo.
Non buttate via il latte quando pensate che non sia più fresco: diluitelo con acqua e innaffiate le piante del terrazzo.
Le piante non disdegnano neanche la birra: la sciacquatura delle bottiglie va benissimo per innaffiarle.• E il vino? Lo sapevate che le piante dell’orto si avvantaggiano dall’essere innaffiate con la sciacquatura delle bottiglie di vino? E’ un “trucco” che ben conoscono i contadini che mescolano alla terra le vinacce per rendere l’orto più rigoglioso.
Parassiti e polvere di strada
Un tempo gli appassionati di giardinaggio e anche i floricoltori non avevano prodotti specifici per combattere parassiti o attacchi di malattie fungine. Tutto si riduceva a pochi prodotti, molto generici, alcuni a un senso solo: solfato di rame, zolfo puro o ramato, estratto di nicotina e scaglie di legno quassio. Spesso ci si trovava ad avere assoluto bisogno di zolfo per arrestare, ad esempio, un attacco di mal bianco su di una estesa coltivazione di rose da fiore reciso.
Quando l’abituale fornitore ne era sprovvisto si faceva di necessità virtù sostituendo lo zolfo con.., la polvere delle strade ben setacciata (allora le strade anche di grande comunicazione non erano asfaltate). La polvere, eminentemente calcarea, creava un velo sul quale l’Oidium (mal bianco) non prosperava perché le spore del fungo non riuscivano a penetrare nel tessuto fogliare per trarne il necessario nutri mento.
E le foglie delle rose, tanto importanti per un fiore reciso, erano salve. La “polvere” era una soluzione di emergenza (non sempre efficace) regolarmente polverizzata sulle foglie delle rose mediante un comune solforatore. Alla prima pioggia, però, tutto veniva dilavato. Ma, nel frattempo, lo zolfo richiesto era arrivato.
Il ciclamino “beve” dalla ciotola
Il ciclamino non deve mai essere bagnato dall’alto o sulla terra: il vaso va collocato in una ciotola, non molto profonda, che sarà riempita di acqua non fredda. Si lascia lì la pianta per 10-12 minuti in modo che possa assorbire l’acqua, poi la si solleva aspettando che sgoccioli bene. Si mette il vaso sopra un piattino e si porta in posizione luminosa, ma non al sole diretto. Si vedranno i fiori a lungo.
Via i dispettosi topi con la naftalina
Topi dispettosi e golosi girano in giardino e si nutrono dei bulbi a cui tenete tanto? Prevenite così i loro attacchi. Al momento della piantagione scavate una buca di 3-4 centimetri più profonda di quella che il bulbo richiederebbe, quindi mettete un po’ di letame, di terriccio, una manciata di naftalina, ancora del terriccio sopra al quale appoggerete il tubero da coprire con la terra. I bulbi andranno splendidamente in fiore.
Operazione piumino
Avvenne anni fa quando le cactee non erano ancora diffuse come oggi e solo raramente entravano nelle nostre case come piante da interno. Una importante collezione di cactee e succulente fu acquistata in Germania e quando giunse in Italia tutto risultò perfettamente imballato e neppure un aculeo era stato danneggiato.
Le cactee erano di diversa altezza e ingombro e pertanto furono sistemate sopra un bancale di una serra in ordine di grandezza: le più basse verso il vetro di copertura e via via le altre in maniera che tutte potessero ricevere uguale illuminazione.
Arrivò l’inverno, freddissimo quell’anno, la serra fu convenientemente riscaldata, ma le piante più basse, quelle più vicine al vetro, “sentirono” freddo e per difendersi si ricoprirono di una fittissima peluria bianca (che non era una caratteristica morfologica di quelle specie).
All’arrivo della primavera la protezione di emergenza scomparve poiché l’operazione “piumino” non aveva più ragione d’essere. Sempre perfetta la natura nonostante la presenza dell’uomo!
La Billbergia si tratta così
La Billbergia è una pianta d’appartamento molto ornamentale. Per moltiplicarla si fa così. Separate e staccate con un colte! lino bene affilato i germogli che crescono alla base: devono essere lunghi da 16 a 18 centimetri.
Toglieteli dalla pianta madre con le relative radici e metteteli in piccoli vasi con terriccio di sabbia, torba e terra in parti uguali. Sistemate la nuova piantina a mezzo sole e innaffiate. Se occorre datele un piccolo tutore che l’aiuti a crescere diritta. Mantenete la terra leggermente umida.
Una pianta di Billbergia va concimata ogni 8-10 giorni e innaffiata quel tanto che serve a mantenere una media umidità. Volete fare un regalo alla vostra Billbergia? Raccogliete l’acqua piovana e versatela al centro del fogliame.
Per avere fiori abbondanti: tanta luce, niente sole diretto. Le foglie seccano? Tagliatele, ma attenzione, la pianta avverte che scarseggia l’acqua.
In tavola, patate del mio balcone
Volete divertirvi a coltivare patate in terrazzo o sul balcone?
Si può e basta poco. Basta un bidone di lamiera o comunque un contenitore piuttosto alto che abbia sul fondo i fori per il drenaggio. Si prendono poi un paio di patate e si tagliano in più pezzi: ogni porzione deve però avere una gemma.
Quindi si procede così. Si mettono i pezzi di patata con un po’ di terriccio sul fondo del bidone e si coprono con un po’ di terra; quando i germogli saranno alti qualche centimetro, si coprono con altro terriccio si aspetta che ricrescano per ricoprirli ancora con la terra e via di seguito finché le piantine si saranno allungate fino ad arrivare alla sommità del contenitore.
Perché? Perché i tuberi si formano lungo il fusto della piantina, a varie altezze. Al momento della raccolta, quando vuoteremo il contenitore resteremo sorpresi della quantità di patate che siamo riusciti a produrre in così poco spazio. Provate subito, raccoglierete in autunno.Una pianta grassa che non ama il sole